CLAUDEL (dettagli)
Titolo: CLAUDEL
Autore: Gualtieri di San Lazzaro
Data: 1935-04-03
Identificatore: 1935_166
Testo:
Istantanee parigine
CLAUDEL
Parigi, aprile
(g. d. s. l. ) Con stupore generale, alle recenti elezioni dell’Accademia Francese Paolo Claudel è caduto di fronte al romanziere Claudio Farrère. Su entrambi — per la loro nota hugofobia — pesava la minaccia di una elezione nulla. Ma se all’autore di Battaglia fu facile, all'ultimo momento, discolparsi, Paolo Claudel non poteva modificare la sua posizione nei riguardi dell’autore di Odi e Ballate, senza rinnegare se stesso. Come se l’opera immensa del creatore di Emani non gli bastasse a dimostrare la grossolanità e la grettezza di una immaginazione soltanto esteriore, lo squallore emotivo, l’assenza di un largo respiro « qui allume dans un coeur généreux de passion du désir et de l'espérance », la tristezza d’una religione senza religione che è come « vino senza alcool, caffè senza caffeina », egli ha cercato persino nelle semb'anze del poeta, anche se fuse nel bronzo di Rodin, di che negarne il preteso « genio », tanto l’idea che si sia osato eguagliarlo a Dante gli riusciva sacrilega
Claudel ha perduto la posta; ma non per questo gli si potrà negare il genio poetico. La sua poesia quale ci si rivela — canto e mistero — se ha una designazione mistica ha però una significazione umana: umana in quanto si espande, còme le foglie dal ramo di un albero, da un sentimento. La sua alta spiritualità ci interessa appunto perchè, rivestita di forme, non impedisce una sensualità che è da per tutto, nel suono della voce umana come nelle mura di Atene « dolci come un corpo ». E il lirismo di Claudel che tendendo al Creatore dovrebbe svilupparsi verticalmente si propaga invece ad onde orizzontali giacché è dal cuore ch’esso mira alle cose e non dalle cose al cuore. Le sottili argomentazioni del filosofo non ci impediscono di vedere in Claudel un Baudelaire che ha trovato la via del Signore.
Nel suo teatro il desiderio di dissociare sentimento e azione — preoccupazione tipicamente claudeliana — è ancora più visibile. Teatro antico, quello claudeliano, in cut, come nel teatro greco, il sentimento è imposto ai personaggi. Il poeta alterna la frequentazione dei Santi dell’Evangelo a quella dei poeti della Grecia e di Roma. Nel dramma la fede sostituisce l’inesorabile fatalità di Eschilo e di Sofocle. Per dar rilievo al divorzio tra sentimento e azione in Sous le rempart d’Athènes i personaggi che esprimono il pensiero sono doppiati da altri personaggi muti che agiscono, aderenti ai primi come ombre.
Ma il pubblico parigino, imbevuto ancora di romanticismo per ciò che riguarda i poeti, esita ad accettare una espressione così solenne e antica da uno scrittore che fisicamente è il ritratto perfetto del funzionario francese: viso lunare in cui lo sguardo è liquido e il labbro inferiore è quello « fine e ben distaccato che consente ai francesi — sono parole di Claudel — d’essere i migliori suonatori di clarinetto dell’universo ».
Se, come ricordava opportunamente un cronista, Baudelaire non fu accolto all'Accadeinia perchè si tingeva i capelli di verde, Balzac perché gli affari editoriali lo avevano sovraccaricato di debiti e Verlaine per quello che tutti sanno, non è improbabile che la « maschera » claudeliana, aggiungendosi alla hugofobia, abbia impedito al poeta di mutare la feluca degli ambasciatori con quella degli Immortali.
Collezione: Diorama 03.04.35
Etichette: Fotografia, Gualtieri di San Lazzaro, Istantanee Parigine
Citazione: Gualtieri di San Lazzaro, “CLAUDEL,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2075.