I primi due volumi dell’Edizione Nazionale (dettagli)
Titolo: I primi due volumi dell’Edizione Nazionale
Autore: Pietro Solari
Data: 1935-04-10
Identificatore: 1935_175
Testo:
Omaggio a Giosuè Carducci nell’anno del Centenario
I primi due volumi dell’Edizione Nazionale
Usciranno domani i primi due volumi della Edizione Nazionale delle Opere di Giosuè Carducci, degno e durevole monumento con cui il Regime inizia le onoranze al Poeta nel primo centenario della nascita (27 luglio 1835).
L’impresa reca il sigillo di fuoco della volontà di Mussolini che ha inteso a questo modo sciogliere un debito sacro della Nazione verso una, grande Ombra, oggi non più sdegnosa, ina placata da una realtà che supera ogni sua aspettazione e speranza. Decretata per legge dello Stato, l'edizione è stata, come è noto, affidata ad un Comitato presieduto da S.E. Luigi Federzoni e composto di studiosi insigni, ed esce in degnissima veste per i tipi dello Zanichelli, l’editore carducciano, cui per tradizione e naturale riconoscimento spettava l’alto incarico.
Che cosa questa Edizione Nazionale voglia rappresentare per la Nazione è stato detto da Mussolini quando additando al popolo italiano rinnovato dal Fascismo l’Uomo e il Poeta Carducci lo ha definito « italiano totalitario »: due parole scolpite nel bronzo, ben degne del profetico assertore del divenire della Stirpe e del cantore della virtù di Doma, del bardo, dell’aedo d’una Italia, nuova, forte, grande, degna di Roma. Che sia stato Mussolini a dettarle, il realizzatore di quelle profezie e di quei canti, rende inutile ogni altro discorso. Non c’è dunque bisogno di insistere su un aspetto dell'impresa che non potrebbe essere più ovvio, più necessario, più fascista.
Resta da dire dell’edizione in sè, di cui il pubblico vedrà nei prossimi giorni i due volumi iniziali. Uscirà, come è stato annunziato, in due riprese, la prima comprendente i venticinque volumi delle opere propriamente dette; la seconda, di almeno quindici volumi, sarà costituita dall’epistolario e da una appendice assai interessante ed attraente in cui saranno riunite le varie redazioni delle poesie e le note autobiografiche. I quaranta volumi comprenderanno dunque tutti gli scritti, ordinati col criterio che lo stesso Carducci adottò per la pubblicazione dei grandi classici italiani e delle opere sue proprie. In gran parte è stato o sarà seguito l'ordinamento predisposto da lui medesimo: ma cinque almeno dei volumi saranno interamente o quasi interamente composti di inediti, e fra questi cadrà per avventura più d’uno scritto che forse il Carducci, vivendo e controllando la pubblicazione, non avrebbe incluso nel disegno dell’opera.
Prevedendo questa ragionevole obbiezione i compilatori, nel dare conto al lettore del criterio seguito nel vaglio degli scritti inediti, esprimono la convinzione « che si dovesse accogliere in questa edizione nazionale tutto ciò che possa servire a studiare l'arte di lui anche nei tentativi primi e nei pentimenti e miglioramenti successivi ».
Così è stato fatto e giustamente, tanto più che la minuzia e lo scrupolo non sono stati spinti fino alla pedanteria, pubblicando soltanto quegli scritti che avessero una ragione loro di consistenza o una loro relativa compiutezza: criterio che ha salvato quasi, tutti i frammenti, alcuni dei quali vivi e perfetti come torsi, e condannato gli appunti, gli abbozzi e simili.
Nel primo volume, interamente nuovo rispetto alla prima collezione delle opere del Carducci, curata per due terzi da lui stesso, sono state riprodotte integralmente le Rime, che dalla edizione del 1857 della Tipografia Ristori di San Miniato non erano più state ristampate: e oltre il Polimetro per l’Accademia letteraria di Acquapendente in onore del Cardinale Caterini (1853) vi è raggruppata un'ampia raccolta di poesie e poemetti inediti, degli anni acerbi o giovanili, scritti fra il 1848 e il 1859. Il secondo volume raccoglie i Juvenilia e i Levia Gravia nella lezione definitiva fissata dal Carducci, con l’aggiunta di alcune poesie inedite scritte fra il 1860 e il 1862.
Confrontando i nuovi volumi dell'Edizione Nazionale con le Primizie e reliquie raccolte dalle carte inedite del Carducci da Giuseppe Albini e Albano Sorbelli e pubblicate dallo stesso Zanichelli, i carducciani non troveranno nessuna novità capitale nè faranno scoperte memorabili. E nondimeno la messe degli inediti è ricca, varia, e l’interesse continuo. La Nazionale da per esempio intero il primo sonetto composto dal Carducci a tredici anni, nel 1848, « A Dio », di cui non si conoscevano sinora che i primi cinque versi e due « ragioni » in prosa, aggiuntevi probabilmente nel 1853. Una nuova « ragione », aggiunta alle due precedenti, tra il 1853 e il 1855, non si legge senza commozione: « E mi ride l'anima — vi si legge tra l’altro — quando ripenso che io mossi la mia prima poesia da Dio, da quel Dio che mi ha dato questa anima sensibile e sdegnosa di cui lo ringrazio sempre, da quel Dio che io doveva poi dimenticare ed anche oltraggiare ne li anni miei più belli, per correr dietro a pazze larve di virtù affettata e di gioie false e vili. Ei mi perdoni, o pure mi visiti, con la sventura e coi dolori e con quelle cure che sotto apparenze tranquille mi rodono sempre l'anima » dove son tratti e accenti preziosi per conoscere e riconoscere quell’« anima sensibile e sdegnosa ».
Tipicamente carducciana, è anche l’ode giovanile, Grido di guerra, che riproduciamo più sopra per intero.
Elencare qui minutamente ed esaminare gli scritti inediti presentati dai primi due volumi dell’Edizione Nazionale non è consentito dalle proporzioni di questa nota, che non vuol cssere se non una modesta segnalazione. Dell'edizione va lodata senza riserve la bella veste tipografica e la chiara eleganza degli elzeviri. La logica e giudiziosa disposizione delle note, dei richiami delle postille e delle appendici sia del Carducci sia dei compilatori permette un rapido e sicuro orientamento logico e cronologico.
Pietro Solari.
EDIZIONE NAZIONALE
CARDUCCI
OPERE
VOL 1
PRIMI VERSI
EDITORE ZANICHELLI
Il padre scolopio Geremia Barsottini, primo maestro del Carducci.
Giosuè Carducci pronuncia davanti a Re Umberto e alla Regina Margherita lo storico discorso per l’VIII Centenario dello Studio Bolognese (da un disegno di G. Amato, 1888).
L’aula della Facoltà di Lettere nell’Università di Bologna dove il Carducci teneva le sue lezioni.
Istantanea fatta a Faenza nel 1905, mentre il Poeta sedeva alla birreria in piazza del Comune fra due amici di giovinezza.
Collezione: Diorama 10.04.35
Citazione: Pietro Solari, “I primi due volumi dell’Edizione Nazionale,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2084.