Il Poeta nella caricatura (dettagli)
Titolo: Il Poeta nella caricatura
Autore: Lorenzo Gigli
Data: 1935-04-10
Identificatore: 1935_177
Testo:
Omaggio a Giosuè Carducci nell’anno del Centenario
Il Poeta nella caricatura
Ferocemente adirato è il Carducci in quasi tutta la sua iconografia d’occasione, che del resto non è abbondantissima. Il tema preferito dalla matita dei caricaturisti è quello del leone rabbuffatissimo dalla criniera squassata o dal vento dell’ispirazione o dalla passione politica e civile. Sotto questo aspetto il risultato per così dire definitivo l’ha ottenuto Enrico Sacchetti in un disegno ormai celebre del 1903 per la copertina del Carducci intimo di Umberto Notari. Un fecondo caricaturista carducciano fu il bolognese Augusto Maiani (Nasica) il quale in Bologna che dorme, nell'Italia ride e in tanti altri periodici umoristici del tempo tentò di sintetizzare i caratteri del poeta. Il Maiani stesso, anni fa, in una strenna per le Colonie estive bolognesi, ha rievocato qualche suo incontro col Carducci, particolarmente quello che gli valse, nell’aprile del 1901, l'occasione di ritrarre il Carducci insieme con Gabriele d’Annunzio durante un banchetto che riunì quest’ultimo, giunto a Bologna per la lettura della Canzone di Garibaldi, col « maggior maestro ». Durante il simposio il Maiani si sfogò a buttar giù, dal vero, le sue impressioni grafiche, e al levar delle mense il poeta volle esaminare i disegni: « Carducci, vedendosi ritratto sotto le fogge di leone, di quercia, di semplice viandante sotto le logge del Pavaglione o di lettore nella libreria Zanichelli, aggrottò le ciglia, ed io mi sentii perduto; ma avendo egli a un tratto rasserenato il viso per finire in una risata spontanea e buona, mi sentii ritornare da morte a vita ».
Materia ai caricaturisti il Carducci non ha aspettato a darne quand’era celebre. Nel Pasquino del 3 agosto 1856 c’è, per esempio, un disegno di Teja che si riferisce alla campagna condotta dal fiorentino Passatempo contro il gruppo degli « amici pedanti » irriverenti iconoclasti del romanticismo. Un altro disegno del Teja è nel Pasquino del 15 marzo 1891: si riferisce ai tumulti studenteschi di Bologna e vi si vede un ritrattino del Carducci che « se ne impippa ».
Il 22 giugno 1884 una specie di « film grafico », come si direbbe ora, rappresenta, sempre nel Pasquino, il Carducci che tiene una conferenza non sentita da alcuno per l’infelice acustica della sala (la Rotonda dei concerti): il medesimo spunto è ripreso da altri due giornali umoristici torinesi, il Fischietto e la Luna.
Col Maiani divide il primato numerico nelle caricature carducciane Rata Langa (Gabriele Galantara) che nel periodico Bononia ridet diretto da Guido Podrecca fece spesso soggetto il poeta degli scherzi della sua matita, rappresentandolo in momenti caratteristici della sua carriera universitaria o politica o letteraria. Ricordiamo tra gli altri il disegno per il discorso pronunciato dal Carducci a Lecco inaugurandosi il monumento al Manzoni: il poeta vi è raffigurato mentre rivolta un gilè, per ricordare che in altri tempi era stato antimanzoniano. Ma la « rivoltatura » di gilè per eccellenza parve alla stampa umoristica quella che diede origine alle dimostrazioni studentesche del 1891: dalla sponda repubblicana, Giosuè era passato a quella monarchica, e le ire della democrazia massonica e de’ suoi giornali non conobbero limiti. Gli attacchi della stampa politica furono feroci; quelli dei caricaturisti, e tra essi parecchi non di colore acceso, in genere più misurati e rispettosi e diretti soprattutto a sfruttare l’avvenimento dal punto di vista umoristico, senza entrare nel merito politico.
L’anno dopo una caricatura del Fischietto rappresenta Satana che si fa eremita, cioè il Carducci in salamelecchi con un abate (per via d’una visita del poeta alla Biblioteca Vaticana). E altre occasioni per mandar sulle furie il giornalismo estremista non si fanno attendere: per esso ormai il poeta di Satana è una lancia spezzata della reazione.
Spigolature in campo più serene offrono più d’una buona sintesi grafica del poeta e di episodi della sua vita: ecco il celebre Enotrio Romano leonino del Maiani, e, pure del Maiani, un Carducci alpinista, e quel «Carducci quercia» (ricordato dall’autore nel passo citato dianzi) che si ispira all’immagine «come quercia druidica sta il tuo fatal lavoro » nell’ode a Victor Hugo. Poi un Carducci che canta il pio bove (disegno di Obertulus nel Masto Rafaele di Napoli, 1901), e parecchi disegni di Aldo Mazza pel Guerin Meschino: e tocca proprio al pittore milanese l’onor del congedo dalla grande ombra, perchè una tavola del Mazza stampata il 24 febbraio 1906 illustra alcune terzine « dantesche » con le quali il foglio umoristico salutava seriamente la dipartita del poeta accolto sulle soglie dei regni eterni da Dante. Nel primo anniversario della morte, Augusto Maiani posta in un suo disegno, sulla classica figura del Nettuno del Giambologna, la testa del Carducci, vi scriveva sotto: « Il gigante di Bologna più vero e maggiore ».
Lorenzo Gigli.
Il Carducci di Enrico Sacchetti (1903).
« T'amo, pio bove... »
(disegno di Obertulus, 1901).
« Come quercia druidica... » (disegno
di A. Maiani, 1903)
Collezione: Diorama 10.04.35
Citazione: Lorenzo Gigli, “Il Poeta nella caricatura,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2086.