I caratteri della razza nella letteratura italiana (dettagli)
Titolo: I caratteri della razza nella letteratura italiana
Autore: Gino Saviotti
Data: 1935-08-27
Identificatore: 1935_286
Testo:
Le inchieste del "Diorama"
I caratteri della razza
nella letteratura italiana
Abbiamo rivolto ai più noti scrittori italiani la seguente domanda: Quali tra i « tipi » che si trovano nei libri dei nostri massimi scrittori rappresentano meglio, secondo voi, i caratteri della nostra razza?
Pubblichiamo le prime risposte pervenuteci:
Una grande strada
L’inchiesta sul tipo rappresentativo della nostra razza, nella letteratura, non è oziosa; ed è bene che gli scrittori tengano presente questo punto, come una mèta che può far camminare molto innanzi, su una gran strada. Quel che ha detto Angelo Gatti è essenziale; anch’io non vedo in alcuna nostra grande opera del passato un personaggio che ci rappresenti compiutamente, in modo assoluto, per tutti i tempi. Giustissima l’osservazione che noi italiani ci ritroviamo piuttosto in alcuni autori che non nelle loro creature. Questo a me pare, in fondo, più soddisfacente, perchè i personaggi tipici tendono di solito alla caricatura, mettono in luce i difetti di un popolo, le debolezze, a preferenza dei pregi. Tartarin e arano sono e non sono la Francia. Don Chisciotte è la Spagna fino a un certo punto. Il Napoletano non avrebbe da gloriarsi se fosse rivisto in Pulcinella.
D’altra parte, anche se domani sorgerà tra noi l’attesa opera d’arte che abbia a protagonista un eroe, un vero eroe nazionale, difficilmente potrà rappresentare la razza, esaurire cioè il tipo dell’« italiano » di tutti i tempi, e in tutte quante le sue caratteristiche. E parlo, s’intende, delle migliori. Sarà sempre unilaterale.
Proponiamoci dunque, noialtri, di dar vita artistica al « tipo italiano », tenendo d’occhio però quel pericolo. E forse meglio sarà rinunciare ad ogni preconcetta intenzione. Verrà da sè se non è già venuta, l'opera, il personaggio che gli stranieri considereranno tipici; e sarà veramente, allora, un’opera d’arte, una raffigurazione viva. Auguriamoci solo che sia più lusinghiera per noi che non un Oblomow per la Russia o un Babbitt per l’America...
Gino Saviotti.
Le idee esposte nell’ultimo « Diorama » da Angelo Gatti circa i tipi letterari che meglio rappresentano la nostra razza, ci riportano alla memoria le conferenze che su « Gli Italiani e il romanzo » il Gatti tenne, a cominciare dal 1932, fuori d’Italia e in patria.
Al principio del 1932, infatti, Henri Hauvette, eminente col de Nolhac fra i cultori della letteratura italiana in Francia, e professore appunto di letteratura italiana alla Sorbonne, essendo in preparazione la traduzione francese d’« Ilia e Alberto », invitò lo scrittore a tenere alla Sorbonne una conferenza su « Gli Italiani e il romanzo ». (Diciamo subito che il Gatti affermò dinanzi agli stranieri, come afferma, l’esistenza e la bellezza del romanzo italiano di ieri e di oggi, e la certezza di quello di domani). Questa conferenza, ma ampliata con larghissime citazioni di scrittori e di romanzi italiani vecchi e nuovi, di ogni scuola, purché buoni, fu ripetuta a Brusselle, dove Fernand Desonay, professore all’Università di Liegi, la stampò intera nella « Revue catholique des faits et des idées », e Franz Hellens la commentò largamente nei giornali. Paul Hazard, illustre professore del Collegio di Francia, recatosi nel 1934 ad Haward, per un corso di letterature comparate, svolse nelle sue lezioni agli americani alcune delle idee del Gatti. (Si citano con piacere questi nomi, unitamente a quelli del Bedarida, Maugain, Portier, Maynial. Tosi, Rosa, ecc. ecc., anche per additare agli italiani la larga schiera di coloro che, in Francia e nel Belgio, si occupano con amore e sapienza di studi italiani). Al principio del 1933, intanto, lo stesso argomento era svolto dal Gatti all’Istituto fascista di coltura di Roma, per invito di Giovanni Gentile: e il discorso in buona parte pubblicato nell'« Italia letteraria ». Tra poco queste conferenze vedranno la luce in uno studio su alcuni aspetti della letteratura e dei letterati italiani fino ad oggi.
Collezione: Diorama 27.08.35
Etichette: Gino Saviotti, Inchiesta sulla razza
Citazione: Gino Saviotti, “I caratteri della razza nella letteratura italiana,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2195.