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Titolo: Vetrina delle novità

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1936-01-14

Identificatore: 1936_24

Testo: Vetrina delle novità
L’amore della terra natia ispira questo pellegrinaggio di Ettore Janni in terra d’Abruzzo (Rapsodia abruzzese), stampato su carta distinta dall’editore Nicola Moneta di Milano. Una vena di classica malinconia, sottili fili nostalgici, gentilezza di evocazioni sollevano sul piano lirico la prosa robusta, nitida e composta dello scrittore al quale andiamo debitori d’una guida spirituale, d’una introduzione all’Abruzzo che fondendo i temi paesistici e morali assurge a significati umani densi d’esperienza e d’emozione. Il pellegrino spaesato, prigioniero per molti anni d’una grande città industriale che gli è stata però accogliente ed amica, parte per ritrovare la terra delle sue origini (è come se il vecchio Adamo, presa al braccio Eva, si mettesse in cammino verso il paradiso perduto, dimora dei giorni innocenti). Di codesti ritorni della maturità è ricca la letteratura d’ogni tempo. Ma ad un ritorno famoso ci riporta quello di Ettore Janni, per l’identità degli orizzonti: al ritorno del Trionfo della Morte. La mortale tristezza e stanchezza del protagonista dannunziano si risolve nel nuovo pellegrino abruzzese in una malinconia tersa e serena, che è come la somma di tutte le esperienze dirette dello scrittore, della saggezza e della filosofica pace conquistate con l’assidua disciplina dello spirito e con la consuetudine degli studi severi. Codesto stato d’animo gli consente di tornar sul passato e di accostarsi alla terra delle memorie senza drammatiche pose.
Il suo rimpianto è accorato, ma rinuncia all’eloquenza, e sebbene nessuno possa essere cinico osservatore delle cose che ama, l'elogio è una professione di fede vissuta e sentita attraverso i miti eterni nel loro schema più semplice e aderente. Anche il mito della felicità, connaturato a quello della terra delle memorie, non è complicato da risonanze romantiche e da intellettualistiche interpretazioni: «... la felicità nessuno l’ha, ma tutti credono d’averla avuta una volta; e questa è una. delle poche grazie prodigiose della vita ».
Poi, ecco l’Abruzzo, spirito e terra, tradizioni e storia, paese e carattere. Un paese non viziato dalla vicinanza delle piccole città pretensiose e petulanti, dove si vive col corso degli astri e col ritmo delle stagioni, e si è consci della propria infinitesima e impotente piccolezza nel mistero dell’universo. « In questa coscienza si ritrovano vicini il filosofo e il villano, uno perchè ha visto il fondo delle cose, e l’altro perchè non ha visto niente ».
Razza di lavoratori prolifici, di emigranti, che conosce la virtù della pazienza e ha in dispregio la fretta; in un paese tra i più belli e solenni, marina e montagna, dove la poesia ha una delle sue culle e il costume si riallaccia alle tradizioni più antiche. Ettore Janni ne ha fissato, in questa testimonianza d'amore, il volto e il carattere con segni che non dimenticheremo.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 14.01.36

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Vetrina delle novità,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2240.