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Titolo: DIORAMA LETTERARIO: L’edizione definitiva delle opere di Morselli; Le novelle dell’evasione e dell’avventura; Unità della visione morselliana; Il poeta e l’ironista; Richiami dell’eterno

Autore: Lorenzo Gigli

Data: 1936-02-26

Identificatore: 1936_40

Testo: DIORAMA
LETTERARIO
L’edizione definitiva delle opere di Morselli - Le novelle dell’evasione e dell'avventura - Uniti della visione morselliana -Il poeta e l’ironista - Richiami dell’eterno
Coi racconti riuniti sotto il titolo L'osteria degli scampoli è giunta al terzo volume l’edizione definitiva degli scritti di Ercole Luigi Morselli curata per la Casa Treves da Tomaso Sillani, che del poeta di Glauco fu fraterno e fedele amico. I due volumi precedenti comprendono: Favole e Fantasie e Belfagor « arcidiavoleria » di libera ispirazione e di composizione ampia e vigorosa, che la rinsaldano alla tradizione migliore del nostro teatro, in continuità con quell’Orione dove il mito naturalistico respira con tanta felicità: il Belfagor era completamente ignoto prima che il Sillani ne curasse, cinque o sei anni fa, la stampa. Quanto alle Favole e Fantasie esse erano pure inedite in buona parte e furono riordinate su appunti lasciati dal Morselli: il volume nella sua veste definitiva realizza l’unità d’un’opera spezzata dall’amaro destino del poeta: vi compaiono infatti le già note « Favole per i re d'oggi » che rappresentavano la seconda parte dell’opera e che il Morselli stampò come cosa a sè per dure necessità del momento. Ma l’opera era stata concepita e scritta con carattere unitario, la seconda parte aveva ragione d’esistere in quanto contrapposta ad una prima che il Sillani e la vedova del poeta hanno cercato di ricostruire con gli elementi ritrovati e riordinati sulla traccia di schemi e di indici dell’autore.
L’edizione definitiva comprenderà alcuni altri volumi e si chiuderà con l'Epistolario. Il terzo, ora apparso, non è destinato a dar sorprese ai lettori: pagine inedite non ve ne sono. Esso non è altro che il risultato della selezione e fusione di due raccolte di novelle (Storie da ridere.... e da piangere e Il trio Stefania) apparse tra il 1918 e il '20; eliminati dunque parecchi componimenti, con l’avvertenza che il Morselli stesso aveva dato alla prima raccolta quella parte della sua produzione novellistica che gli sembrava più significativa, riservando la rimanente alla seconda raccolta. La scelta è stata condotta dal Sillani con molto critèrio, e il volume da lui curato ci presenta un Morselli novelliere che attingendo alla propria autobiografia chiarisce esperienze personali e apre panorami avventurosi d’un bel rilievo. Occorre appena ricordare che la giovinezza del Morselli passò su ponti di velieri in navigazione negli oceani, e i colloqui del suo spirito con le stelle e con gli elementi forniscono i temi segreti alla narrazione. Essa obbedisce, come tutta l’opera morselliana, a quel prepotente bisogno di evasione che strappò il poeta giovinetto dalle strettoie delle consuetudini casalinghe e discopri alla sua sete più vasti orizzonti; che lo lanciò nell’avventura, verso l’azione e la conquista, quali che dovessero esserne le conclusioni materiali. Il Sillani avverte assai bene l’equivoco di certa critica che classificando il Morselli tra gli ultimi provinciali e decadenti mostrò di non intenderne l'anelito e di non valutarne le intenzioni, e soprattutto dimenticò ch’esse erano passate dallo stato lirico alla realizzazione disinteressata proprio in ragione dell’insofferenza del poeta per la tirannia delle necessità quotidiane e delle regole dell’adattamento.
Rileggendo a distanza di quindici anni queste sue pagine vissute ci par di vederlo, com’è in una vecchia fotografia, sul ponte del veliero Angela col quale corse i mari: giubba di tela stretta sui fianchi da una cintura di pelle, calzoni corti, berretto di velluto schiacciato sulla tempia destra alla maniera dei pittori, ciuffo di capelli corvini che sfuggono di sotto, braccia incrociate sul petto, sguardo da vecchio lupo di mare che scruta gli orizzonti, e una piega un poco beffarda della bocca che sembra sorridere di compassione all’indirizzo dei sedentari e quietisti. « Invidiatemi, gente! » par ch’egli dica.
Ed ecco la sua poetica in una lettera alla moglie a proposito del carattere e significato d’un libro ch’egli preparava (quello che divenne poi Favole e Fantasie, il primo della presente edizione definitiva): « Si va dall’altezza dei Canti (la prima parte) all’arguzia talora scurrile, quasi, degli Apologhi; un libro che in fondo vuol dire: tolto l’Amore, l’Arte e la Morte con tutti i dolori e le gioie che portano seco, tutto il resto della vita può essere oggetto, se non di riso, almeno di sorriso. Per questo, mentre ne’ Canti, nelle Preghiere, nelle Storie e nei Sogni canto l’amore e il dolore e la morte arrivando fino all'esaltazione del sacrificio, nelle tre Dicerie sorrido della così detta saggezza, della mania progressista e della incontentabilità e spudoratezza umana. Infine, negli Apologhi, dipingo con pochi tratti come gli uomini siano riusciti a malmenare con la loro ignoranza e con la loro malvagità tutte le virtù che hanno avuto la disgrazia di capitare sulla terra, e anche i propri sogni medesimi ».
Si precisa in queste parole non l’unità organica d’un libro solo, ma l’unità di tutta l’opera morselliana. Da questa stessa visione è nato il canto spiegato di Orione, è nata la disperata delusione di Glauco che insegue in fondo agli abissi marini il sogno che gli sfugge. Colpa degli uomini e del loro scarso vedere. Ma la concezione morselliana della vita è lungi dall’essere pessimistica e negatrice. L’ironia del Morselli si esercita sui motivi minori, sulle piccole miserie, sulle debolezze e vanità umane. L’amore l’arte e la morte con le loro gioie e i loro dolori restano motivi superiori ed eterni, consacrati nella poesia, venerati con spirito religioso, in umiltà di cuore. In tutta l’opera del Morselli si riflette la segreta aspirazione del poeta: evasione e distacco dalla realtà terrena, nostalgia dell’eterno, richiamo dell’infinito, rinuncia e assunzione.
l.g.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 26.02.36

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Citazione: Lorenzo Gigli, “DIORAMA LETTERARIO: L’edizione definitiva delle opere di Morselli; Le novelle dell’evasione e dell’avventura; Unità della visione morselliana; Il poeta e l’ironista; Richiami dell’eterno,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 03 dicembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2256.