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Titolo: Lettere africane all’asta

Autore: non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1936-05-26

Identificatore: 1936_57

Testo: Lettere africane all'asta
Sono andate all’asta a Parigi alcune lettere di Arturo Rimbaud e d’altri a lui che appartengono agli anni in cui il poeta della « Stagione all’inferno », esaurita la sua avventura letteraria, aveva cercato nell’arventura reale la possibilità d’evasione a cui anelava e, come tutti gli spiriti inquieti della sua tarda generazione romantica, s’era rivolto all’Africa e al suo segreto. Rimbaud, abbandonate le muse, s’era trasformato in mercante d’avorio, di caffè e di fucili, aveva percorso le carovaniere dell’Ogaden e aveva aperto magazzini in Harrar, da dove forniva armi a Menelik durante la guerra italo-etiopica; quelle armi appunto che servirono al barbaro contro di noi. Ce ne ricordiamo perchè tra le lettere andate ora all’asta a Parigi ce n’è una autografa di Menelik al poeta-mercante, scritta in caratteri amarici su carta con le armi imperiali: è l’originale della famosa lettera riprodotta in facsimile nell’edizione del carteggio rimbaudiano curata dal cognato Paberne Berrichon per il « Mercure de France ». Accanto ad essa figura la traduzione di detta lettera eseguita da Mondon-Vidailhet, consigliere del negus (anche allora in Etiopia i consiglieri bianchi erano di moda). I biografi, fornitura d’armi a parte, dicono che il soggiorno harrarino di Rimbaud si svolse sotto i segni più felici: gl’indigeni lo chiamavano « la giusta bilancia » per la sua saggezza salomonica nell’arbitrare le controversie più difficili e per la sua probità commerciale.
Un altro interessante documento, completamente inedito, è una lettera di Rimbaud all'esploratore marsigliese Borelli, datata da Harrar 25 febbraio 1889. Il poeta dà notizia della spedizione per carovana di mercanzie di diverse ditte europee e delle difficoltà di cui soffre il commercio: cattivo stato della strada da Biokabola a Gibuti, deficenza di trasporti marittimi tra Gibuti e Aden e soprattutto condizioni politiche del paese: già in questo tempo Rimbaud si occupava del traffico delle armi destinate a Menelik in ostilità con gli italiani e in guerra con gli altri ras etiopici: e nella lettera ricorrono frequenti accenni ai movimenti delle truppe che congestionano certe carovaniere, alle lotte tra i vari feudatari scioani, alle terribili rapine da essi esercitate, agli intrighi, ai colpi di forza, ecc.: un quadro sintetico ma eloquente dell’Abissinia preimperiale, e del conseguente commercio redditizio di migliaia di fucili e di milioni di cartucce.
Figuravano ancora all’asta una lettera sull’esploratore Borelli e sulle sue relazioni con Rimbaud; una ricevuta autografa di Rimbaud per balle di caffè ritirate dalla dogana di Harrar; infine una lettera di Felice Faure, futuro Presidente della Repubblica e allora sottosegretario di Stato alla Marina, con la quale si rifiuta a Rimbaud l’autorizzazione a sbarcare sulla costa orientale dell’Africa il macchinario necessario alla fabbricazione del materiale bellico destinato a Menelik, e ciò in virtù d’un accordo con l’Inghilterra. La quale, come si vede, preferiva allora gli abissini disarmati...

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 26.05.36

Citazione: non firmato (Lorenzo Gigli), “Lettere africane all’asta,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2273.