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Titolo: Saluto al Poeta-soldato

Autore: non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1939-03-01

Identificatore: 1939_98

Testo: GABRIELE D’ANNUNZIO
nel primo annuale della morte
Saluto
al Poeta-soldato
È passato un anno dal giorno che Gabriele d’Annunzio, preso congedo dalla gente italiana alla quale additò i più alti segnacoli della gloria e dell’ardimento, entrava nell’eternità. Rivediamo con gli occhi della mente il suo volto d’avorio, scavato dall’ombra mortale, le sue ceree mani incrociate sul petto, la sua immobilità senza domani. Egli risaliva nel cielo dei miti, molti dei quali aveva fatto discendere, sulle ali della sua poesia, tra gli uomini non sordi alla bellezza. Rivediamo la folla silenziosa, le interminabili file di popolo, i legionari, i combattenti, venuti d’ogni parte d’Italia ad onorare il soldato del Timavo e il liberatore di Piume. E rivediamo davanti a tutti, chiuso nel suo maschio dolore, il Duce ridiscendere dalla scala di pietra dello Schifamondo, dopo essere rimasto a mirare per alcuni momenti la spoglia del grande poeta e cittadino, che aveva creduto nel destino dell’Italia anche nei tempi oscuri e gli aveva preparato le strade con le opere e con l’esempio...
Da un anno Gabriele d’Annunzio dorme nel tempietto del Vittoriale, dietro una lastra di pietra accanto alla quale montano la guardia l’urna con la terra del Carso e l’anfora con l’acqua del Piave. Sonno eroico. Stamane, per breve ora, il sacro silenzio verrà rotto e davanti al Comandante sfileranno le autorità e il popolo per testimoniargli Ch’Egli è sempre presente al cuore e alla coscienza degli italiani.
Grande poeta, eroico soldato: sono le parole con le quali il Re Imperatore si congedava, or è un anno, da colui che, salutandolo giovane sul mare in un’ora drammatica della nostra storia, ne antivedeva il singolare destino e con esso la sorgente fortuna della Patria. Queste parole oggi ripetiamo sulla sua tomba, che è faro di luminosi presagi. Quel che Gabriele d’Annunzio operò per l’Italia, sotto il segno delle Muse come sotto il segno guerriero e civile, non sarà dimenticato; la sua poesia continuerà a distendere archi di luce sugli orizzonti dell’arte; la sua azione è àcquisita alla verità nazionale e incisa nel marmo del tempo con le lettere con cui sarà un giorno scolpito, su tavole di marmo reale, nelle pareti del tempietto votivo dov’Egli provvisoriamente è sepolto, il testo della Carta del Carnaro, insigne documento politico espresso in forme perfette.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 01.03.39

Etichette:

Citazione: non firmato (Lorenzo Gigli), “Saluto al Poeta-soldato,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2515.