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Titolo: Nessuno torna indietro di Alba Cespedes

Autore: Lorenzo Gigli

Data: 1939-04-05

Identificatore: 1939_122

Testo: IL LIBRO DELLA SETTIMANA
Nessuno torna indietro
Di fronte agli scrittori giovani, parecchi dei quali devono il loro « lancio » alle terze pagine dei quotidiani, anche la mentalità editoriale è mutata e le porte non si chiudono più. Un editore tra i maggiori, il Mondadori, nello scorso dicembre annunciava appunto il proposito di affrontare il problema degli scrittori giovani nel modo più valido, iniziando cioè la pubblicazione d’un primo gruppo di opere meritevoli d’essere imposte all’attenzione d’un pubblico vasto. E comincia col romanzo di Alba de Céspedes, Nessuno torna indietro, al quale ne seguiranno altri tre di scrittori giovani: Quasi un secolo di Carlo Bernard: L’aquila senza artiglio di Felice Carosi; Giorno di festa di Indro Montanelli. Gente che ha già fatto più d’una buona prova, e che viene dunque a rinnovare le riserve della narrativa costretta a contare sulla « vecchia guardia » che non s’arrende e a fregiarsi sempre di nomi che sono gli stessi da trent’anni.
Ma questo è un altro discorso. Esaminiamo piuttosto il caso singolare di Alba de Céspedes, scrittrice nella nostra lingua, nata a Roma da madre italiana e da padre cubano, il quale fu anzi presidente di quella repubblica dopo essere stato uno dei capi del movimento per l’indipendenza di Cuba, ed è morto alcune settimane or sono. La De Céspedes ha dato finora alle stampe tre o quattro volumi, tra cui uno di liriche (Prigionie, 1936) e uno di racconti (Concerto, 1937). Con Nessuno torna indietro (Mondadori, L. 12) essa è dunque al suo primo romanzo, il quale si inizia col tono d’un albo di ricordi, ha l’andamento d’una narrazione autobiografica che si riallaccia ai tempi della giovinezza e degli studi: anime giovani, voci giovani, un che di candido e di sereno che facilita il passaggio dall’idillio al dramma. Perchè presto il romanzo rivela uno schema psicologico e una tecnica narrativa assai più arditi di quanto le aeree premesse lasciassero prevedere. Siamo in un pensionato di Suore a Roma frequentato da ragazze inscritte ai corsi universitari, le cui famiglie abitano altrove. Il romanzo svolge le storie parallele di alcune di queste studentesse; e il titolo significa che nessuna può uscire dal cerchio del proprio destino, come dichiara una sentenza maeterlinchiana: « In verità, noi non usciamo mai dal piccolo cerchio di luce che il destino traccia attorno ai nostri passi ». Per il momento, le ragazze della Céspedes il loro destino lo stanno ancora cercando o se lo immaginano colorato nei modi più brillanti e lo sognano, a seconda dei temperamenti, tinto di passionalità, di poesia e di illusione.
A gradi si scivola nel dramma. Anzi qualche dramma è già abbozzato, si disegna sullo sfondo dell’ambiente quasi conventuale. Dalle crisalidi delle fanciulle fan presto a prendere il volo le donne; e alcune son subito preda della vita, e si perdono; e altre covano ambiziosi disegni che la realtà crudelmente spegne; o si foggiano un’esistenza alla loro maniera, ma ricca di sostanza ideale ed umana; o finiscono nel disordine o piegano anzi tempo come pallido giacinto, o servono la loro missione secondo le leggi tradizionali che fanno della donna l’angelo d’un focolare... Insomma, in un microcosmo, il riflesso di un mondo più vasto e drammatico, in alcune donne le speranze, i dolori, le sconfitte, le esperienze di tutte le donne.
Perchè questo è, a nostro avviso, il merito principale del romanzo della Céspedes (che è pei, anche per le proporzioni, un vero romanzo, non un racconto diluito): chè l’autrice vi ha esercitato la propria curiosità, il proprio spirito d’osservazione su un mondo congeniale, familiare; vi discorre, da donna, di donne, saggiando la propria sensibilità su temi e personaggi ch’era in grado di conoscere a fondo, e quindi assegnandosi dei limiti e movendosi dentro di questi con sicura coscienza di sè. Altrettanto si potesse dire di tutte le scrittrici, a molte delle quali non par vero di fare della cattiva letteratura su temi più grandi di loro.
E poi, badate: questo romanzo a sette o otto protagoniste si può perfettamente raccontare; basterebbe riassumere i sette o otto casi umani che lo compongono. Ma, fatto ciò, non si renderebbe nè l’atmosfera nè l’accento della Céspedes, soprattutto non si renderebbe il carattere della sua femminilità, intesa come spirito generale dell’opera e come indagine particolare sulla posizione della donna nella società contemperanea.. Non si pensi tuttavia a un documentario, essendo le intenzioni dell’autrice assai più alte, e manovrando essa appunto in modo da collocarsi fuori dalla cerchia delle sue eroine, in una posizione di dominio e di controllo che in lei discende dai rami della letteratura naturalistica debitamente rinverditi. Anche si tengano presenti i diversi piani della Céspedes di fronte ai suoi personaggi: non tutti ugualmente amati e ugualmente riusciti, ma tutti veri, ricavati dalla vita e non rifatti in una maniera più o meno abile. Se mai, allontanati e sfocati talvolta al di là del necessario; nè sempre la Céspedes, presa nell’ingranaggio d’una tecnica per così dire cinematografica (pensando al cinematografo come contemporaneità di azione e passaggio senza fratture da un episodio all’altro) riesce a giustificarne le contraddizioni e gli assurdi, lasciando a noi di risolverli in conto di quella sensibilità autentica dalla quale derivano al romanzo il suo fascino e la sua grazia. Romanzo corale, pieno di fantasia e di pittoresco, scritto col cervello e col cuore. Chi voglia leggerlo, non se ne pentirà davvero. Da qui noi attendiamo Alba de Céspedes ai successivi cimenti: abbiamo registrato in questi ultimi anni troppe delusioni seguite ad ottimi cominciamenti per non sperare che finalmente sia nata una scrittrice capace di prendere il posto di quelle che si sono fatalmente appartate.
l.g.
Alba de Céspedes

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 05.04.39

Citazione: Lorenzo Gigli, “Nessuno torna indietro di Alba Cespedes,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2539.