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Titolo: Osservatorio: Avventure di versificazione

Autore: non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1939-06-07

Identificatore: 1939_175

Testo: OSSERVATORIO
Avventure
di versificazione
Salvatore Quasimodo, nel secondo fascicolo di quest’anno di Letteratura, presenta un gruppo di sue versioni da lirici greci premettendo essere da considerarsi ormai morta nello spirito delle nuove generazioni quella terminologia classicheggiante (es.: opimo, pampineo, rigoglio, fulgido, florido, e via dicendo) che pretese di costituirsi a linguaggio aromatico atto particolarmente alle traduzioni dei testi greci e latini. Di essi, e specie dei lirici greci, ci è rimasta una immagine vetrosa e sonora, un'interpretazione dotta e professorale, che di solito trascurava, anche avendone le migliori intenzioni, l’approssimazione più specifica del testo, quella poetica. L'intervento del Quasimodo in questo campo, per così dire, riservato, potrà stupire; ma il proposito di eludere il metodo delle equivalenze metriche per avvicinarsi alla cadenza interna delle parole costituite a verso è da lui attuato con una serietà e un’intelligenza che sconfinano dal terreno del mero tentativo. Qui vediamo impegnata la sensibilità lirica moderna, la poetica dei nostri giorni, in un confronto con un mondo che è stato quasi esclusivamente accaparrato dalla filologia e dall’alta cultura e dove espressioni quali densità poetica e situazione di canto piombano come sassi in uno stagno. Sarà molto il rumore che ne deriverà? Certo questi primi saggi del Quasimodo traduttore in confronto di quelle ch’egli chiama « le avventure di versificazione » dei professori, sono destinati a suscitare discussioni e polemiche, in ragione della sincerità del loro motivo originario e dell’interesse dei risultati raggiunti in sede di restituzione di canto; nè ci meraviglieremmo di trovare domani qualcuno pronto a iniziare l’ennesima polemica sulla poesia contemporanea accusandola di voler irreggimentare anche Saffo e Alceo sotto la bandiera dell’ermetismo. Ma giunti a questo punto val meglio lasciar parlare i testi, e offrire un esempio di codesti saggi quasimodiani, perchè i lettori ne traggano le conseguenze. Ecco dunque un celebre frammento di Saffo come lo traduce il Quasimodo:
Tu morta scomparirai dalla terra, senza memoria; e di te nel tempo mai ad alcuno nascerà amore, poi che vivi ignorata dalle Muse. Sconosciuta anche nelle case di Ade andrai qua e là fra oscuri morti, svolazzando.
(Facciamo seguire lo stesso frammento nella traduzione d’un illustre grecista, d’una trentina d’anni fa: E poi tu giacerai morta, e di te non resterà niente nè memoria nè amor, perocchè delle rose di Pieria non hai parte; ma errar nelle case dell’Ade inutilmente spaurita dovrai tra le larve defunte in tua miseria).
*

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 07.06.39

Etichette:

Citazione: non firmato (Lorenzo Gigli), “Osservatorio: Avventure di versificazione,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2592.