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Titolo: Canto beduino, Canto, Traduzione, Silenzio Stellato

Autore: Giuseppe Ungaretti

Data: 1932-03-02

Identificatore: 1932_59

Testo: Canto beduino
Una donna s'alza e canta La segue il vento e l'incanta E sulla terra la stende E il sogno vero la prende.
Questa terra è nuda Questa donna è druda Questo vento è forte Questo sogno è morte.
Canto
O lenta bocca
Cui volgo il mare delle notti e gridi, Ricordo la cavalla delle reni Quando ti ricadeva in agonia Nelle mie braccia che cantavano.
E ora per sempre
Starai lontana come in uno specchio?
Traduzione
Vidi volare un’aquila volante, Un'ala ne scoprivo solamente, L'aveva china e di pietra diamante, Faceva splendere fino il ponente:
Ci si misero principi e regnanti, Nessuno la strappò dai firmamenti;
Le getto un fischio, come i fidi amanti, Ella cala, e insieme stiamo contenti.
(Da: Leonardo Vigo: « Raccolta di canti popolari siciliani » - Catania, 1870)
Quando ogni luce è spenta È non vedo che i miei pensieri, Un' Eva scende come un ragno E mi mette sugli occhi La tela dei paradisi perduti.
Silenzio stellato
E gli alberi e la notte Non sono mossi che da nidi.
Giuseppe Ungaretti.
N. B. — In una rivista di Genova m’hanno rimproverato la pubblicazione in edizione nuova di alcune mie vecchie poesie. Il bello è che sulla rivista compreso lo scandolizzato, non trovavo poi che rifacitori della roba mia. E siccome questo costume e molto allegro, ed è praticato anche da gente che ha creduto di mettere a soqquadro i caffè fiorentini per un premio meritato, appena tornato dalla Corsica, prove alla mano. Ci divertiremo, cari lettori.
Un'altra cosa: il canto beduino non è una traduzione.
Un'ultima cosa: una traduzione di poesie popolari siciliane, scelte con gusto raro, aveva preparato il compianto Carlo Parisi, per la quale mi aveva chiesto e gli avevo consegnato la prefazione Non pensa la famiglia che sarebbe doveroso pubblicare una opera alla quale furono prodigate tante cure e che è bella? Manifesto l'augurio non perchè il dialetto siciliano non possa essere capito dagli altri italiani; ma perchè può essere fecondo sapere come una poesia espressa da labbra ingenue, ma ricca d’un contenuto della più complessa tradizione letteraria, possa conservare nel lavoro d’un letterato consumato la sua spontaneità, proprio perchè questi è saturo di letteratura. g. u.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 02.03.32

Citazione: Giuseppe Ungaretti, “Canto beduino, Canto, Traduzione, Silenzio Stellato,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/315.