Ugo Dettore (dettagli)
Titolo: Ugo Dettore
Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)
Data: 1931-07-15
Identificatore: 83
Testo:
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Ugo Dèttore
Presentiamo, stavolta, un giovanissimo (il ritratto qui accanto riprodotto rivela uno stato civile da invidiare), uno dei tanti scrittori rivelato da una dei tanti concorsi letterari, perchè codesta moda si è andata ormai così allargando anche da noi ch'è difficile tener dietro con diligenza alle cronache delle illustri riunioni e ai relativi verdetti; e quindi a molti sarà magari sfuggita la notizia dì questo premio « Antonio Negri », di cinquemila lire, che ha appunta portato all'onore della luce il giovane Ugo dal cognome eufonico e veloce.
Giudici del premio furono parecchi valentuomini, tra i quali Sabatino Lopez e Gino Rocca, gente di gusto sicuro e di esigenze severe, dunque garanzia per tutti. Così che, appena il romanzo premiato è venuto alla luce (L’aureola grigia - Ed. Bompiani, Milano) l'abbiamo afferrato a vola e, ficcatolo in una valigia, poiché stavamo per affrontare i disagi estivi di un breve tragitto, gli abbiamo affidato la parte di compagno di viaggio: sono, sì e no, dugentoventi pagine, stampate con bei caratteri che non obbligano a cavarsi gli occhi: e fate conto che a leggerlo tutto basta suppergiù il tempo che impiega un diretto a portare i torinési a Milano o i milanesi a Torino. Tempo speso bene. Il racconto è ottimamente costruito, la vicenda serrata, i caratteri studiati dal vero, l'ambiente tratteggiato a larghi scorci con effetti notevoli d’ombre e di luci: una vecchia famiglia toscana che si sgretola, ma senza dramma, poiché ognuno va per la sua strada; un’adolescenza che finisce per dare il posto a una pensosa giovinezza che incomincia. Il fuoco è tutto concentrato sul personaggio di Claudio, sui suoi pensieri segreti d’adolescente, sui fermenti dalla sua coscienza e della sua carne, sulla solida virtù del suo carattere istintivamente temprato alle insidie della vita e al fuoco delle delusioni. Salamandra ottimista, questo franco e bel giovine, dal cuore aperto e dalle ridenti speranze. Uomo anzi tempo, ma pronto a lottare da uomo. « Ogni cosa vive il suo presente, non rimane altro; lasciate che i morti seppelliscano i loro morti ». Dopo, si può riprendere il cammino guardando in alto. E’, o non è, una divisa d’ottimismo professata in sana semplicità? Fa piacere che un racconto come, questo. sia stato scritto da un giovane, affrancatosi con le sue forze di reazione spirituale dal lacci delle perversioni, delle disperate offese, dei truculenti immoralismi cui cede ancora tanta parte della nuova generazione letteraria. L’ultimo capitolo di Dèttore s’intitola « Con fiducia »: diamogliene atto, ch’è una buona azione. Quanto al resto, il romanzo c’è, ancora un poco schematico, ancora incerto, per dirla in gergo, nelle « voltate »: ma pieno di succhi vitali, sentito con sincerità e scritto bene, in prosa fluida e viva. Disturbano, nelle prime pagine, quelle, presentazioni di personaggi che vengono avanti tutti insieme, quei nomi che non si ricorda più a chi appartengono e bisogna tornare indietro a sincerarsene per non perdere i contatti, come nei romanzi russi. Ma, una volta fatte e collaudate le conoscenze, Dèttore ha diritto a tutta l’attenzione del lettore; e le sue creature se le tiene bene sotto tutela e non permette più che si sbandino. E’ uno che gli piace comandare, e che sa farsi obbedire.
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Collezione: Diorama 15.07.31
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Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Ugo Dettore,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/83.