Diorama Letterario

Titolo: Il miglior libro dell’Anno X

Autore: Lettori

Data: 1933-02-22

Identificatore: 1933_137

Testo: Il miglior libro dell’Anno X
Abbiamo invitato i lettori a rispondere alla seguente domanda:
Quali libri avete letto durante l'anno X e quali di questi hanno fatto su di voi maggiore impressione?
A inchiesta chiusa stabiliremo una classifica dei dieci migliori libri pubblicati in Italia durante l'anno X, e agli autori dei giudizi più originali assegneremo dei premi in libri.
Molti libri ho letto nell'anno X: di De Michelis, Gianna Manzini, Panzini, Cicognani, Deledda, Martini, del povero Fracchia, di Baldini, Cecchi, Bacchelli, Vergani, Frateili, A. Capasso, A. Musatti, Onofri, Novelli, Lo Savio, Cicogna, ecc., ecc. Ma tra i libri che più mi sono piaciuti, perchè vivi freschi umani, tutti intrisi di un lirismo sano e pieno di verità, in cui la vita è rappresentata come in un sogno di bontà, noto: Boscovivo di G. Manzini, Villa Beatrice di B. Cicognani e Migliore stella di Gino Novelli. Dei tre preferisco l’ultimo.
ALFREDO PADELLARO - Roma.
Nell’anno X ho letto parecchi libri, tanto di autori italiani che stranieri. L’attenzione mi si è fermata su: Tre paia di calze di seta di Romanov; Capogiro di Frateili; Questa povera Arianna di Meano; Il servitore del diavolo di Pea; Radiografia d'una notte di Emanuelli. Se il più bello di questi è Il servitore del diavolo tuttavia quello che mi ha sorpreso di più è stato Questa povera Arianna di Cesare Meano. Non già per la sua finezza notata dalla critica, ma per l’abile modo di svolgere ta storia: sì che in una atmosfera lucida e pacata si sviluppa una vita grave di pulita miseria e di squallida mediocrità, fino a giungere alle soglie della tragedia. È un libro singolare.
FERNANDO BONINI - Torino.
Tra le cose che ho lette nel corso dell’anno X, una singolare impressione mi ha lasciato la poesia di Ugo Betti, nel volume che l’Accademia Mondadori ha segnalato con un suo premio: « Canzonette - La morte ». Entro la forma rapida e sciolta, dai voluti ritmi popolareschi, mi ha sorpreso lo stile potente.
G. DELL’ARA - Milano.