Diorama Letterario

Titolo: Il miglior libro dell’Anno X

Autore: Lettori

Data: 1933-03-08

Identificatore: 1933_160

Testo: Il miglior libro dell’Anno X
Abbiamo invitato i lettori a rispondere alla seguente domanda:
Quali libri avete letto durante l'anno X e quali di questi hanno fatto su di voi maggiore impressione?
A inchiesta chiusa stabiliremo una classifica dei dieci migliori libri pubblicati in Italia durante l’anno X, e agli autori dei giudizi più originali assegneremo dei premi in libri.
Il libro che ho letto io non è un romanzo: è un libro di battaglia, e precisamente L'italia e i suoi alleati nella grande guerra di Mario Caracciolo. L’ho letto una volta; poi l'ho riletto. Poi l'ho consultato mille volte. Poi l’ho riletto ancora. E ancora lo rileggerò. Ho pensato molto prima di scrivere alla Gazzetta; ma mi pare che in Italia si leggano troppi romanzi. La gioventù maschile dovrebbe leggere altro, e non la gioventù solamente. Con la presente non intendo far testo per il miglior giudizio sui libri dell'Anno X; vorrei soltanto che gli italiani leggessero questo libro di verità nazionale.
Ten. GIUSEPPE SANTORO - Torino.
Ecco le mie preferenze: per il romanzo: Lucia di Delfino Cinelli; per l’umorismo: 40 gradi d'amore di Walter Minardi; per la poesia: Cenere azzurra di Elpidio Jenco.
DARIO COSTANTINI - Modena.
Tra i moltissimi volumi pubblicati quest’anno cito L'Alfabeto di Bernardo Prisco di Paolo Monelli per l'eleganza e la proprietà della forma e la vivace e soda cultura. Tra le opere in versi: Realtà vince il sogno, di Carlo Betocchi, per la vigoria delle immagini e l’armonia così rara oggi della strofe. Però non son pregi comuni quelli che distinguono I fuggiaschi di Amedeo Ugolini dagli altri romanzi usciti quest'anno. Nuovo senso della vita e nuovi mezzi espressivi: ecco le due qualità che fanno di questo romanzo un’opera veramente moderna.
IGINIO STELLA - Levanto.
•Fabio Tombari, coi suoi racconti di Frusaglia, e specialmente Marcello Gallian con la novella « Paese di Confine », pubblicata nella Gazzetta del Popolo, mi sembra abbiano preso l’avvio verso una lingua originale, vergine e potente, rivoluzionaria e fervida, verso lo stile della mia generazione novecentesca.
ARISTIDE BIANCHI - Como.